Linee guida per l’intervento educativo nei bambini autistici: cosa sapere come genitori
- Elisa Canavese

- 3 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Dopo aver ricevuto una diagnosi di autismo, una delle prime domande dei genitori è: “Qual è il tipo di intervento educativo migliore per mio figlio?”
Oggi abbiamo a disposizione metodi scientificamente validati, ma purtroppo circolano ancora pratiche superate o inefficaci. Conoscere le basi aiuta le famiglie a scegliere con consapevolezza.
Gli interventi raccomandati
Le Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e le evidenze scientifiche internazionali indicano che i bambini nello spettro autistico beneficiano di interventi educativi e abilitativi intensivi, individualizzati e precoci.Tra gli approcci più riconosciuti ci sono:
CAA – Comunicazione Aumentativa e Alternativa: insieme di strategie (immagini, simboli, dispositivi digitali) per supportare la comunicazione di bambini (e adulti) non verbali. Si tratta di interventi molto importanti che supportano la comunicazione e sono efficaci per promuovere lo sviluppo del linguaggio verbale.
Intervento educativo strutturato: programmi come TEACCH o ABA, basati su organizzazione dell’ambiente, routine chiare, supporti visivi e strategie di rinforzo.
Modello Denver (ESDM): indicato per bambini piccoli (18 mesi – 5 anni), integra insegnamento strutturato con gioco condiviso per stimolare linguaggio, interazione sociale e apprendimento.
Parent training: percorsi per aiutare i genitori a sostenere la comunicazione e il comportamento del bambino anche a casa.
Questi interventi hanno in comune il fatto di essere evidence-based, cioè supportati da studi scientifici.
Cosa evitare
Alcune pratiche che in passato hanno avuto diffusione oggi non sono più raccomandate perché prive di basi scientifiche. Un esempio è la comunicazione facilitata, che pretendeva di far scrivere o digitare il bambino tenendogli la mano (e progressivamente riducendo e variando l'aiuto): le ricerche hanno dimostrato che i messaggi non provenivano realmente dal bambino ma dal facilitatore (che era in buona fede). Anche terapie che promettono “guarigioni” rapide, regimi alimentari senza indicazioni mediche o trattamenti non testati scientificamente vanno evitate.
Come orientarsi
Chiedete sempre se l’intervento proposto è basato su evidenze scientifiche e citate le Linee Guida ISS.
Diffidate di chi promette miglioramenti straordinari in tempi brevi.
Cercate un’équipe che coinvolga la famiglia e collabori con la scuola.
Ricordate che ogni bambino è diverso: il piano educativo deve essere personalizzato.




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